I pericoli delle zecche sono maggiori rispetto a quelli derivanti dagli insetti velenosi, come api e vespe, poichè le zecche possono prelevare e immettere virus e batteri nel sangue degli organismi ospiti, animali e umani. Sono quindi in grado di veicolare gravi malattie ed è sufficiente il morso di una sola zecca per essere contagiati.
Vista la presenza sempre più massiccia di zecche, è diventato quasi impossibile per un escursionista montano non incappare nel morso di una zecca almeno una volta nella propria vita. E poichè il numero di zecche portatrici di gravi malattie è in allarmante espansione, è bene che noi appassionati di mountain bike ci cauteliamo in ogni modo possibile. Questo articolo analizza i pericoli delle zecche, e le possibilità per limitare i rischi connessi sia con la prevenzione che in caso di morso.
Importante: questo articolo non è esaustivo, nè vuole in alcun modo sostituirsi alla competenza del personale sanitario.
Consigliamo quindi di rivolgersi sempre al proprio medico.
Indice dei contenuti
Conoscere le zecche
Le zecche sono parassiti artropodi chelicerati, appartenenti alla classe degli aracnidi. Il loro ciclo di vita varia da 1 a 3 anni, a seconda della specifica specie, e attraversa 4 diversi stadi: uova, larve, ninfe e adulti. E per passare da uno stadio all’altro, le zecche necessitano di un pasto a base di sangue, prelevato da un organismo ospite, animale e/o umano, a seconda della specifica specie di zecca.
Occupano soprattutto le zone collinari e montane, spesso al di sotto dei 1000 metri di altitudine, nell’umido e all’ombra del sottobosco, tra foglie secche e vegetazione spontanea. Ma vivono anche nei prati incolti, nelle zone di passaggio della fauna selvatica, e lungo i sentieri poco battuti, mimetizzate fra l’erba e i cespugli. È anche possibile incappare in esse in aree abitate. I periodi nei quali sono maggiormente attive sono la primavera, l’estate e l’inizio dell’autunno.
La tecnica utilizzata dalle zecche è semplice ed efficace: si appostano nell’erba o nei cespugli, e all’avvicinarsi del candidato ospite allungano le zampe anteriori, munite di uncini, e si appigliano. A questo punto si muovono sull’ospite fino a trovare una zona adatta. Come se non bastasse, studi recenti hanno dimostrato che le zecche sono anche capaci di appostarsi tra i rami degli alberi per poi lasciarsi cadere.
Il morso della zecca è inizialmente indolore e asintomatico, ragione per la quale non ci si accorge immediatamente di esso. I primi sintomi, gonfiore ed arrossamento, si avvertono quando la zecca inizia a succhiare il sangue e inizia anche ad aumentare le proprie dimensioni.
I pericoli delle zecche: le malattie trasmesse
Proprio per la loro necessità di passare da un ospite all’altro durante il loro ciclo vitale, le zecche possono veicolare malattie. In particolare, tra esse (purtroppo) ci sono: la Borreliosi di Lyme o malattia di Lyme, l’Erlichiosi, la TBE o encefalite da zecche.
La Borreliosi, se non diagnosticata entro le prime settimane dal contagio, può progredire e interessare anche seriamente le articolazioni, il sistema nervoso, il cuore e altri organi interni. Non esiste alcun vaccino contro la Borreliosi.
L’Erlichiosi si manifesta con sintomi subdoli, simili ad una banale influenza. Purtroppo, in soggetti debilitati può complicarsi e interessare vari organi interni.
La TBE è una malattia molto grave che colpisce il sistema nervoso centrale e periferico (encefalo, meningi e midollo spinale). Si manifesta dopo circa 8 giorni dal morso della zecca, con sintomi simili ad un’influenza, per circa 4 giorni. Purtroppo, dopo un intervallo di benessere, in circa 1 caso su 3 si manifesta la seconda fase della malattia, con febbre alta, forte mal di testa, nausea, vomito, gravi disturbi neurologici. L’unica cura conosciuta contro la TBE è la vaccinazione preventiva.
La prevenzione: come evitare di metterci nei guai
Nel caso delle zecche, la prevenzione gioca un ruolo molto importante. In particolare, dobbiamo mettere in atto una serie di abitudini e comportamenti che possono ridurre per quanto possibile il “contatto” con una di esse, e minimizzare gli effetti di un morso.
Alcuni accorgimenti che possiamo adottare:
Vacciniamoci
La vaccinazione copre molte (ma non tutte) le patologie trasmesse dal morso delle zecche. È pero necessario che la effettuiamo per tempo, dando al vaccino la possibilità di attivarsi.
In alcune regioni, come per esempio il Friuli Venezia Giulia, la vaccinazione è gratuita. Comunque è sempre meglio informarsi presso i distretti sanitari della propria zona.
Evitiamo le aree maggiormente a rischio di contagio
Se possibile, informiamoci presso i distretti sanitari circa le zone maggiormente a rischio. Consultiamo le mappe su cui sono indicate le aree dove il rischio di contagio è molto elevato. In esse i pericoli delle zecche sono elevati, ed entrare in tali aree è un po’ come entrare in un campo minato.
Indossiamo abiti coprenti e di colore chiaro
Dobbiamo fare in modo da nascondere il più possibile la nostra pelle dalla vista delle zecche. Inoltre dobbiamo ostacolare quanto più possibile il contatto delle zecche con la nostra pelle.
Quindi, indossiamo per quanto ci è possibile abiti coprenti, calzetti lunghi, pantaloni almeno fino al ginocchio e copriamo il capo con un sottocasco. Lo so, è un sacrificio… ma se non stiamo attenti sara un sacrificio ancora peggiore!
Ed ancora, se possibile usiamo abiti di colore chiaro: alle zecche non piacciono i colori chiari, ed inoltre sarà più facile vederle mentre sono ancora sugli abiti.
Evitiamo di toccare l’erba
Stiamo ben lontani dall’erba, poichè basta solo sfiorarla per dare alla zecca l’occasione di attaccarsi a noi. Ancora di più, evitiamo assolutamente di sederci o peggio sdraiarci sull’erba o nelle sue immediate vicinanze. Sarebbe un comportamento a dir poco sconsiderato.
Usiamo prodotti repellenti
I prodotti repellenti, a seconda del principio attivo utilizzato, possono impedire alle zecche di localizzarci, oppure infastidirle tenendole semplicemente “alla larga”. Ovviamente, dovremo utilizzare repellenti che funzionino anche per le zecche, e comunque, i repellenti non garantiscono una efficacia completa al 100%. Inoltre, i repellenti naturali hanno un’efficacia nettamente inferiore rispetto a quelli di sintesi. Sarebbe meglio utilizzare prodotti in crema reperibili in farmacia, ma anche quelli in spray funzionano discretamente bene.
Dobbiamo applicare il repellente a tutti gli arti, al tronco, al collo, al viso, ed anche al cuoio capelluto. Querst’ultima accortezza è necessaria poichè studi recenti hanno evidenziato che le zecche possono anche caderci addosso dagli alberi.
Ed ancora, i repellenti hanno un effetto che dura al massimo un paio di ore. Quindi, portiamoli con noi e ripetiamo il rito della protezione ogni due ore… fatica ben ripagata!
Controlliamoci spesso durante l’escursione
Ogni tanto, interrompiamo l’escursione e controlliamoci a vicenda con i nostri compagni. È un accorgimento davvero utile, e ci permette di evitare molti pericoli delle zecche, intercettandole prima che possano entrare in azione, o nei primi istanti dell’attacco. A me personalmente è successo che un compagno di escursione abbia intercettato una zecca ancora sui calzoncini, ma pronta a entrare prima o poi in azione!
Controlliamo bene tutti i vestiti i calzetti, le scarpette, e se possibile le aree indicate di seguito nella sezione del controllo post-escursione.
Portiamo SEMPRE con noi un estrattore specifico per zecche
Per i biker come noi, ma anche per un escursionista, l’estrattore per zecche è ormai uno strumento indispensabile. Poichè la tempestività è fondamentale per ridurre il rischio di contagio, avere con sè l’estrattore si rivela determinante. Portiamo con noi anche una o più salviettine disinfettanti.
Inoltre, è necessario conoscere bene la tecnica di estrazione delle zecche. Più avanti la tratteremo a grandi linee, ma comunque è indispensabile attenersi alle istruzioni indicate nella confezione dell’estrattore, e ancora meglio inforrmarsi presso un farmacista o presso il proprio medico curante.
Dopo l’escursione, esaminiamo bene noi stessi ed anche i nostri vestiti
Appena arrivati a casa, prima della doccia o anche durante essa, esaminiamo bene il nostro corpo per scongiurare la presenza di zecche.
Le aree del nostro corpo da controllare più attentamente sono:
- il retro delle ginocchia,
- l’interno dei gomiti,
- l’inguine,
- le ascelle,
- l’area attorno alle orecchie,
- l’area attorno all’ombelico.
Ed inoltre, controlliamo anche gli abiti usati per l’escursione, ed anche lo zaino ed il casco, poichè le zecche sono tutt’altro che stupide e molto determinate.
In caso di morso di zecca: ovvero, come evitare guai peggiori
La prima regola: La tempestività nell’intervenire è molto importante per ridurre l’incidenza dei pericoli delle zecche. Infatti, dopo qualche ora la zecca inizierà la fase di rigurgito che è quella che ci espone maggiormente al rischio di contagio. Questo vale sia per l’estrazione del parassita che per il consulto presso il personale medico-sanitario, da farsi anche ad estrazione felicemente conclusa.
Le cose da non fare mai
- Niente panico! Dobbiamo semplicemente pensare a fare le cose giuste, e tutto andrà per il meglio.
- Non schiacchiare il corpo della zecca: la forzeremo a rigurgitare iniettando nel nostro sangue quanto di peggio, e ciò aumenterà enormemente il rischio che ci contagi.
- Non tocchiamola a mani nude.
- Non tentiamo di ucciderla o di usare su essa liquidi disinfettanti, acetone, alcool, insetticidi, olio, o sostanze irritanti. Come conseguenza, la zecca potrebbe rigurgitare e vedi sopra.
- Non tentiamo di estrarla con attrezzi di fortuna, o di forzarne l’uscita con cose che non siano l’apposita pinzetta con la giusta tecnica. La zecca non uscirà o la sua testa rimarrà conficcata dov’è ora, o ancora peggio, rigurgiterà, e vedi sopra.
Le cose da fare se abbiamo con noi l’attrezzo di estrazione
Siamo nella migliore situazione e, se agiamo bene, la zecca tra qualche minuto sarà solo un ricordo.
L’attrezzo di estrazione è fondamentalmente di due tipi:
- a pinzetta, con due pezzi che si avvicinano ed imbrigliano il corpo della zecca, oppure
- a forchetta, nella cui fessura cetrale viene intrappolato il collo della malcapitata zecca.
Detto questo, la tecnica è molto simile per ambedue i tipi. Prima di iniziare, facciamo sempre un ripasso delle istruzioni d’uso riportate sulla confezione dell’attrezzo di estrazione, che faranno sempre fede.
- Se l’attrezzo è a pinzetta, chiudiamolo quanto più vicino alla pelle, facendo attenzione a catturare il collo della zecca nello spazio centrale che resterà aperto tra le due ganasce della pinzetta. Questa operazione è importante in quanto se agiremo male rischeremo di tranciare il corpo della zecca, e non va bene.
- Se l’attrezzo è forchetta, sempre tenendolo a stretto contatto con la pelle, facciamolo scorrere in modo che il collo della zecca rimanga incastrato nella fessura centrale.
- A questo punto, in entrambi i tipi, ruotiamo lentamente l’estrattore tirando delicatamente, come se volessimo “svitare” la zecca dalla pelle. Dopo un po’ la zecca si staccherà spontaneamente, perchè la rotazione toglie la presa ai suoi ancoraggi.
- La zecca rimane agganciata all’estrattore: dobbiamo sopprimerla senza remore, poichè potrebbe deporre le uova o attaccare un altro ospite.
- Solo una volta estratta la zecca disinfettiamo la pelle con la salviettina disinfettante che, molto diligentemente, abbiamo portato con noi.
Se tutto è andato bene, possiamo annotarci luogo e data del morso e riprendere serenamente la nostra escursione. Naturalmente, dovremo assolutamente rivolgerci quanto prima al nostro medico curante o al personale sanitario della guardia medica.
Le cose da fare se NON abbiamo con noi l’attrezzo di estrazione
Se abbiamo seguito i consigli indicati nella prevenzione, non dovremmo essere in questa situazione. Comunque, in una evenienza del genere, occorre interrompere immediatamente l’escursione e raggiungere al più presto la più vicina farmacia o, in alternativa, recarsi al più presto presso il proprio medico curante o presso un presidio sanitario. Annotiamoci luogo e data, e ricordiamoci sempre che la rapidità di intervento è determinante.
A chi rivolgersi, SEMPRE
Nel caso in cui siamo stati morsi da una zecca, o anche se ne abbiamo il sospetto, dobbiamo SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE rivolgerci:
- al proprio medico curante, oppure
- alla Guardia Medica, oppure
- ad una farmacia, oppure
- al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria
È un’accortezza che ci può salvare (o cambiare) la vita!
Conclusioni
I pericoli delle zecche sono estremamente insidiosi, e possiamo solamente ridurne la probabilità e il rischio associato informandoci attentamente. L’intento di questo articolo è quello di sensibilizzare circa i pericoli delle zecche e i rischi associati, e spingerci alla massima prudenza.
Bravo Giuseppe! Un articolo utilissimo che aprirà gli occhi a molti bikers ed escursionisti. Grazie.
Grazie Gianmaria!… il tuo apprezzamento mi gratifica e mi fa piacere! Spero che queste informazioni possano tornare utili a quanti più bikers ed escursionisti.