Parliamo di come la “Paura” influenza il processo di apprendimento della tecnica in MTB. La paura è una preziosa amica perchè ci preserva ma scopriamo perché è importante tenerla lontano e come liberare il talento imparando davvero divertendosi.
Stai cercando di migliorare la tua tecnica in Mountain Bike.
Ti eserciti, ma invece di migliorare ti sembra quasi di andare indietro? Forse non hai considerato l’importanza del Fattore “P(aura)”
In questo articolo parliamo di tecnica in Mtb, del perchè esercitarsi e praticare, potrebbero non portare a risultati se non si comprende il fattore P(aura).
Parliamo di come la paura e i blocchi agiscono sul processo di apprendimento della MTB. Di come apprendono i bambini e cosa possiamo imparare dal loro processo. Cosa succede nel nostro cervello mentre impariamo? Perchè dobbiamo evitare di avere paura per imparare bene?
Se hai imparato a sciare o andare in bici da bambino questo articolo non ti serve. Se invece stai imparando da adulto allora devi capire come paura e pensieri ti stanno impedendo di progredire. Al termine parleremo di esercizi basati sul modello fanciullesco e cioè modi per esercitarsi che simulano il modo in cui apprendono i bambini. Se fino ad ora ti è stato detto: “lasciala andare”, “molla i freni”, “buttati”, “lanciati”, “puoi farcela” o peggio:“non avere pura” sappi che questo modo di migliorare le tue skills funziona per uno su 5 e gli altri 4 si spaventano, non progrediscono e talvolta si fanno male inutilmente.
Definiamo cosa si intende per imparare una tecnica (skill)
Un tratto di sentiero molto ripido, un sentiero con rocce fiise o mobili, un salto, degli stretti tornanti in discesa, il Bunny hop, la curva veloce, la curva con sponda o sul piatto, il manual, i gradoni ecc ecc sono tutte situazioni che necessitano di una tecnica che va appresa e praticata per essere eseguita bene, in sicurezza e divertendosi. Saper fare queste cose non ci darà una coppa (a meno che tu non sia un Biker agonista) ma danno grandi soddisfazioni, ci fanno divertire e amare la Mtb.
L’iter di apprendimento
Come per tutti gli sport l’iter di apprendimento sembrerebbe essenzialmente composto da 2 fasi:
- Apprendimento della tecnica di esecuzione (apprendo come devo tenere il corpo, cosa devo fare e cosa non devo fare)
- Pratica (esercitarsi e ripetere)
Questa procedura non considera un fase intermedia che possiamo chiamare “la tecnica di pratica”.
Facciamo un esempio: sto imparando a fare una gradinata e mi viene spiegato come devo tenere il corpo, i piedi e lo sguardo.
Passo alla fase 2, la pratica ma la paura mi fa stare rigido, mi fa stare troppo arretrato. Il mio “praticare” diventa infruttuoso, non mi diverte. Perchè la paura o anche solo il timore mi bloccano. Prechè non ho una tecnica di pratica che consideri di rendere piacevole e fruttuoso il mio “apprendere”.
Differenza tra imparare da bambino e da adulto
Un trentenne che ha imparato a sciare da bambino esegue naturalmente dei movimenti che l’adulto principiante trova assolutamente innaturali e pericolosi. Basti pensare al concetto di tenere il peso sullo sci a valle nella tecnica dello spazzaneve. Il corpo vuole fare esattamente il contrario e cioè appoggiarsi a monte per non rotolare giù. Oppure stare eccessivamente indietro col peso in un passaggio ripido in mtb, non controllerò l’avantreno e potrò solo sperare di andare diritto.
Quindi se hai imparato ad andare in bici o a sciare da bambino tante cose di cui stiamo parlando potrebbero sembrarti inutili. Ma perché i bambini imparano velocemente? Cosa possiamo imparare noi adulti da loro?
Per prima cosa ecco alcuni punti fondamentali:
- I bambini non fanno ciò che li spaventa. Piangono, si impuntano ed evitano ciò di cui hanno paura. Sfidare la paura e andare oltre i propri limiti sono atteggiamenti dell’adolescente non del bambino. A volte diciamo “guarda non ha paura di nulla” ma siamo noi che proviamo paura per lui pensando a cosa possa succedere, lui è sereno e spontaneo.
- I bambini fanno ciò che piace loro, che li diverte e lo fanno tante, tante volte. Ripetitivamente. Un bambino salta su un tappeto elastico per ore, fino allo sfinimento e fa quello che gli piace. Non si da un’obiettivo, non pensa “devo riuscire a fare una doppia giravolta”. Caso mai per emulazione tende a ripetere quello che vede fare a qualcun’altro.
Teniamo bene in mente questi 2 aspetti perchè ti torneranno utili dopo per capire cosa possiamo fare noi adulti.
Empatia di chi insegna
Se l’amico che ti sta insegnando la tecnica o il maestro sono degli esecutori naturali, può darsi che non si capacitino del perchè tu provi paura per una tale banalità! Desiderano portarti al livello successivo velocemente dicendoti frasi del tipo “buttati e vedrai che tiene!”.
A volte chi ci insegna è convinto che provare un passaggio (anche in preda alla paura) e sopravvivere comporti un’automatica fine della paura per quel passaggio! L’ho fatto! Paura finita. Invece no.
Come il cervello apprende
Pare che il nostro cervello impari le cose basandosi sull’esperienza e sulle ripetizioni. Se provate a stare in equilibrio su una Balance Board noterete che in pochi minuti otterrete dei risutalti e se lo fate per qualche giorno in breve sarete migliorati notevolmente. Ora provate a immaginare di mettere la tavoletta sul bordo di un dirupo e provare a fare l’esercizio di stare in equilibrio. Dubito che imparerete a stare in equilibrio e perchè? Perchè subentra la paura. La paura blocca la possibilità di svolgimento e apprendimento. Occorre quindi dare al nostro cervello modo e spazio utili ad imparare. Impariamo 100 volte più velocemente se siamo felici e ci divertiamo. Ve la ricordate la maestra di matematica che odiosa? E chissà perchè la matematica non ci piaceva!?
Ricollegandoci al paragrafo precedente chi insegna ai bambini deve inventarsi dei giochi per far svolgere l’esercizio al bambino che altrimenti si stufa o ha paura. Riccardo, il figlio di un mio amico ha imparato a sciare a 5 anni. Aveva dei simpatici guantini a forma di squalo. Il Maestro gli diceva di puntare gli squali in avanti per obbligarlo a tenere le braccia in avanti, altrimenti niente da fare non lo faceva!
Combattere continuamente con la paura per imparare e progredire non funziona e non è piacevole.
Comportamenti durante la pratica, il ciclo della paura
L’istinto ci fa fare spesso la cosa contraria a quella giusta, la cosa contraria non ci fa avere controllo, la perdita di controllo ci fa avere paura, la pura ci irrigidisce, irrigidendotc perdiamo ancora di più il controllo generando altra paura…alla fine siamo terrorizzati e in balia. Chi non lo ha provato?!
Usare il coraggio e vincere costantemente la paura
Se ogni tecnica che voglio apprendere la supero con dosi di coraggio usando la tecnica del “lasciala andare”, “molla i freni”, “buttati”, “lanciati ” oltre ad aumentare notevolmente le possibilità di farmi male accadrà anche un’altra cosa: mi basterà smettere per un periodo di praticare quella skill per ritrovarmi a dover nuovamente avvalermi di grandi dosi di coraggio per ripeterla. In sostanza non ho imparato a farla, ho imparato a sopravviverci. Non ho imparato la tecnica del salto ma ho imparato a gestire la paura durante un salto!
Quella cosa non mi diverte. L’ho imparata superando paure e le paure possono essere passate, sì, ma forse sono ancora li tali e quali.
Il rischio di regredire
Usare la tecnica della gestione della paura e della forza di volontà nasconde un’altro infimo rischio. Quello di regredire. Fallire e rialzarsi e riprovare è una grande dote. E’ una dote che nasce con l’adolescenza. Difficilmente il bambino cade e dice “posso farcela voglio riprovarci”. Usare l’apprendimento con gestione della paura non è sbagliato solo che al lato pratico su 10 che cadono non tutti hanno voglia di riprovarci. Tanti si spaventano e non trovano la motivazione per riprovare a fare una cosa che invece avrebbe potuto dargli grandi soddisfazioni se approcciata al momento giusto.
Apprendere divertendosi o apprendere con i denti stretti?
Abbiamo capito che continuare a forzarci per imparare e migliorare può non essere la soluzione. E’ strano da dire in un mondo dove si dice “supera i tuoi limiti”, “vinci le tue paure”, “combatti”, “sii tenace, resiliente”. Un mondo dove la forza di volontà è la cosa che ci differenzia da un apatico e indolente. Eppure il più grande metodo per smettere di fumare non si basa sulla forza di volontà. Si basa sulla consapevolezza. Quando hai appreso, interiorizzato, digerito e capito profondamente cosa accade quando fumi e quando hai voglia di fumare la voglia svanisce da sola.
C’è un altro esempio. Un Life Coach, un motivatore, ti insegna ad alzarti dal divano e andare a correre sotto la pioggia anche quando la voglia è pari a zero. Sei stanco sul divano e grazie ad una grande forza di volontà ti alzi e vai a correre. Quindi o resti sul divano o trovi la motivazione e ti alzi. Se invece vai alla radice e ritrovi la tua vera essenza e fai ciò che ti piace non dovrai mai sforzarti. Se torni a casa e non hai voglia di andare a correre puoi sforzarti oppure chiederti cosa ti ha portato oggi a non avere voglia di andare a correre, cosa ti ha reso svogliato?
E’ brutto ma è come se ti stessi sforzando di uscire dalle sabbie mobili in cui sei entrato volontariamente. La forza di volontà ha di buono che mi porta ad uscire anche se non ne ho voglia per poi vedere la mia motivazione rinascere spontaneamente. Quindi direi che l’auto-motivazione è importante ma occorre per ognuno di noi capire il limite. La parola magica è “spontaneamente”. Cioè senza forzature. Ora la domanda è: vuoi imparare ad andare in bici liberando il tuo talento con spontaneità e naturalezza o vuoi imparare a furia di bastonate e di lotta contro la paura?
Rinunciare al propio stile
Apprendere skills sforzandoti, combattendo contro la paura, applicando regole meccanicamente farà si che i concetti entrino nella tua testa dalla porta delle fredda logica e che li vi rimangano. Imparare liberando il propio talento invece significa esprimere una skill con il proprio stile. Se ti ficco in testa 3000 concetti: tieni la gamba così, la mano li, il piede là e lo sguardo qui, sarai un robottino talmente impegnato a fare il compitino che il tuo talento, il tuo personale stile resteranno seppelliti per sempre.
Allenamenti: aggiungere difficoltà senza aggiungere paura trucchi metodi. Il modello fanciullesco.
Veniamo al lato pratico come possiamo quindi beneficiare di tutto quello detto fino ad ora. Bhe facciamo un esempio, se provate a iscrivervi ad un corso online di Ryan Leech e andate a vedere come insegna a impennare ne avrete un ottimo esempio. In breve ha creato una serie di esercizietti che portano all’impennata in modo naturale, estremamente progressivo e tenendo il livello della paura basso.
Quando apprendiamo nuove skills usciamo dalla nostra area comfort ma ecco cosa possiamo fare:
Tenere il livello della paura molto basso mentre ci esercitiamo. In questo modo il cervello ha spazio per imparare. La paura ci acceca, riempie il nostro spazio interno, lo satura e non entrerà niente di nuovo e utile.
Tenere il livello della paura basso mentre si pratica un’esercizio significa restare rilassati, condizione necessaria per fare un movimento bene. Un tornante stretto può essere fatto di culo o bene. Tesi, nervosi e impauriti potremmo riuscire a farlo e ottenere anche un applauso. Farlo rilassati ci permetterà di metterci uno stile e ci farà divertire e godere del gesto.
Ripetere, ripetere, ripetere. Ripetere tante volte può però essere noioso ecco perché la bravura sta nel fare “gamification“. Inventarsi dei giochi, che includano direttamente o indirettamente la skill che vogliamo apprendere.
Ecco quindi svelato il trucco
Livello di paura basso > ripetizione con giochi ed esercizi divertenti. Il cervello impara. Fai 100 volte un piccolo salto che non ti fa paura ma lo fai giocando a stare super rilassato, tenendo un uovo in bocca, cantando una canzone, mettendo un bastoncino da raggiungere ecc ecc.
Facendo così il salto più alto inizierà ad avere un aspetto simpatico e attraente.
Dobbiamo fare quello che si fa anche per i bambini, giocare, divertirci ed evitare senza paura ciò che ci fa paura!
Esempi di esercizi MTB per liberare il Talento senza Paura.
Vado nel bosco e trovo un punto dove il sentiero scende e risale subito ripido. Nulla di difficile ma quando lo faccio sono sempre un filo imbarazzato, goffo e sento di non farlo bene. Non ho paura. Quindi vuol dire che questo passaggio rispetta già la regola del “livello basso di paura“.
Creo un anello che comprenda questo passaggio, metto le cuffiette, la mia playlist migliore e inizio a girare ed ecco come il mio cervello attraversa più fasi:
- Eseguo il giro pensando a farlo bene, a come sto tenendo il peso, i talloni, il busto e lo sguardo. Nel frattempo la musica è piacevole.
- E’ la quinta volta che lo faccio e inizio a chiedermi se al prossimo giro non mi sarò rotto le palle… ma continuo, ascolto la musica.
- Alla ventesima volta sono distaccato dall’esecuzione, faccio tutto con ripetitiva naturalezza. All’ingresso del ripido faccio anche una piccola spazzolata e sulla cima della risalita alleggerisco. La musica è stupenda e inizio a provare uno stato di Flow.
- Ora riesco a fare il giro ad una tale velocità che non pensavo avrei potuto raggiungere. Una velocità tale da farmi fare un salto e una bella curva decisa che alza le foglie subito dopo. Sono molto rilassato, a mio agio, accenno anche un manual al termine della salita.
- Sono decisamente sciolto, veloce e agile. Quello che è accaduto è che sono entrato in una fase in cui corpo e mente, in totale sintonia e senza nessun blocco determinato dalla paura, hanno iniziato ad eseguire movimenti in maniera spontanea e automatica, senza l’influenza della parte più superficiale e logica del mio pensiero. Qualcuno chiamerebbe questa fase di “inconsapevole competenza”. La ripetitività abbinata alla mancanza di paura hanno permesso al mio talento di esprimersi. La paura, che caccia il talento indietro e lo fa nascondere, non c’era a fare i suoi danni.
Articolo originale a questo link, qui riportato per gentile concessione di Turbolince.com MTB Magazine, che ringraziamo per la disponibilità e vi invitiamo a visitare. I diritti dei testi e delle immagini del presente articolo appartengono a Turbolince.com MTB Magazine: ne è vietata la riproduzione anche parziale senza preventiva autorizzazione scritta.